Famiglia

Lettera al mio caro papà

Avvolta nella tua camicia a quadri di flanella caro papà mi cimento a scriverti con la roca luce del nostro albero di Natale, pensieri, sogni, malinconie mi attanagliano il cuore e la mente. La tua mancanza la sento ogni giorno caro mio ma allo stesso tempo ti sento allontanarti da me sempre più e quella vicinanza mistica di cui tutti parlano non riesco a percepirla, solo in alcuni episodi mi piace pensare che sia tu a vegliarmi con dei segni come quando entrano le colombe dentro il nostro locale o un uccellino viene a farmi visita sulla veranda e cinguettando ricordo quando tu con immenso cuore te ne stavi ore ad osservarli e sfamarli.

Che grande padre che saresti continuato a essere, che grande suocero per mio marito. Quando passa una nave sotto la mia veranda ti immagino qui a casa nostra con la mamma nei nostri lunghi pranzi domenicali mentre sfinisci Peppe con i tuoi interminabili racconti anni 50/60 finendo per vederti appisolato a bocca aperta davanti alla formula 1 in tv o al giro d’Italia. Le tue lacrime di commozione alla fine di una tappa chissà per emotività o per il desiderio inconscio di voler fare qualcosa nella tua vita che non ti è stato permesso di fare o di provare. Una cosa è certa testardo, prepotente, dicotomico, ma sapevi amare talmente tanto da finire per errare per paura di perderci.

Noi due eravamo legati da un amore idilliaco, infinito, qualcosa che andava veramente oltre ogni immaginazione. Sei stato anche troppo presente cercando di colmare innumerevoli lacune che la nostra famiglia presentava. Sei stato presente quando io non capivo l’importanza della tua apprensione, dove alle volte sfinente mi ha portato a soffrire a tal punto da rovinare il nostro equilibrio padre-figlia. Ma proprio quando ho davvero iniziato ad avere più bisogno di te perchè la mia vita stava prendendo vie davvero sofferte, ti sei ammalato mostrandomi tutte le tue fragilità e facendomi diventare fragile quanto te ma allo stesso tempo ho imparato a proteggerti come tu avevi  fatto con me.

Lottando sempre e comunque anche al costo di sbagliare ma restando presente e tenendoti la mano ti ho accompagnato nel viaggio eterno dove sono stata costretta a lasciarti andare dopo anni che ti proteggevo da ogni malinconia- malattia, solitudine e dalla mala sanità che a ogni degenza ci ha tolto 10 anni di salute ad entrambi. Dopo la tua morte tanti dolori mi hanno travolta, forti, intensi, devastanti, mi hanno portata a sentirmi alienata, inetta a provare il vuoto, la solitudine.

Stasera nel nome del tuo ricordo ti chiedo da lassù di darmi la forza di affrontare tutto, di proteggerci e di guidarci, aiutami a non fare errori e far si che io non ripeta i tuoi errori e che non deluda mai mio marito che so che vuoi bene come fosse figlio tuo e che si fa in quattro per donarmi la felicità che meritiamo. Sii il nostro angelo custode proteggi la mamma che si trova in quelle condizioni da ogni altro pericolo donale rassegnazione e salute. Aiutami a realizzare i sogni che ho lasciato nel cassetto della gioventù e allontana da me i brutti pensieri che questa vita ingiusta a fatti si che io elaborassi…

Ti amo papà la tua piccola sceriffa…

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